I fondi per le Acciaierie di Taranto raddoppiano. Due stanziamenti da 150 milioni

Una veduta dell'ex Ilva dall'alto
Una veduta dell'ex Ilva dall'alto
di Domenico PALMIOTTI
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Marzo 2024, 05:00

Dopo i 150 milioni che a brevissimo arriveranno ad Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria da Ilva in amministrazione straordinaria, come annunciato dal Governo negli incontri di lunedì sera a Palazzo Chigi, ci sarà un altro stanziamento analogo. Sono due, infatti, le tranche da 150 milioni per la gestione commissariale di Acciaierie ed entrambe provengono da Ilva in as. La prima è finalizzata alle manutenzioni e al ripristino degli impianti di Taranto, la seconda, invece, riguarderà i futuri progetti di decarbonizzazione. Provviste che vengono dal patrimonio destinato di Ilva in amministrazione straordinaria, non avendo quest’ultima altre risorse, e si aggiungono ai 320 milioni del prestito ponte che dovrebbe essere erogato prossimamente.

Da dove arrivano

Il patrimonio destinato è nato dopo che nel 2017 i Riva, precedenti proprietari e gestori dell’Ilva, su azione della Procura di Milano e del Governo allora in carica, riportarono in Italia dall’estero poco più di un miliardo di euro. Nello stesso anno fu emesso un prestito obbligazionario sottoscritto dal Fondo Unico Giustizia per attuare il piano ambientale. I valori del prestito obbligazionario vennero quindi versati nel patrimonio destinato, che negli anni ha finanziato sia i progetti e gli interventi di bonifica dell’amministrazione straordinaria (alcuni eseguiti, molti in corso), che i rimborsi per le attività ambientali eseguite dal gestore privato ArcelorMittal. A settembre scorso, si legge nell'ultima relazione disponibile dei commissari Ilva, il patrimonio destinato aveva ancora in pancia 640 milioni. Se ne ricava che a quella data circa 400 milioni erano stati spesi o allocati su interventi da effettuare. E ora 150 andranno ai commissari di Acciaierie in quanto si ritiene che finalizzare risorse su manutenzioni, ripristini ed efficienza degli impianti sia un’attività che ha valenza di sicurezza ambientale, importante quanto le bonifiche. Nel senso che avere impianti in buono stato contribuisce a ridurre le emissioni inquinanti e a migliorare le condizioni di lavoro in fabbrica. E quindi un intervento in sintonia con lo spirito del decreto da poco diventato legge, il quale limita il ricorso alla cassa integrazione per i manutentori addetti alla sicurezza e gli addetti ai presidii ambientali.

Dove sono i fondi

Gli altri 150 milioni, che saranno disponibili in una fase successiva, sono invece postati nell’ultimo decreto Pnrr dei primi di marzo. Nella norma, fissato l’obiettivo “di assicurare la continuità operativa degli stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale e la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei lavoratori addetti”, si dispone che “l’amministrazione straordinaria di Ilva trasferisce all’amministrazione straordinaria della società Acciaierie d’Italia, somme fino a un massimo di euro 150.000.000”.

Si tratta di risorse che Acciaierie in as potrà usare per i progetti di decarbonizzazione, i cui primi elementi faranno parte del piano industriale che nel giro di un mese i commissari dovrebbero presentare. Risale a maggio 2022 l’assegnazione di 150 milioni alla decarbonizzazione e fu decisa tra le misure del dl Energia, ma a febbraio dello stesso anno i fondi del patrimonio destinato da girare alla decarbonizzazione, dovevano essere di più: 575 milioni. Solo che lo spostamento fu bocciato da un voto notturno trasversale durante l’esame del decreto Milleproroghe alla Camera. Un episodio che sollevò il forte disappunto dell’allora premier Mario Draghi.

Il piano industriale

Il piano industriale della terna commissariale Quaranta-Fiori-Tabarelli dovrebbe muoversi nel solco di quello che più volte, anche in Parlamento, ha presentato l’ex presidente di AdI, Franco Bernabè, e cioè il ricorso al forno elettrico. Non ancora deciso se saranno due oppure uno. Passaggio verso l’elettrificazione dell’acciaieria sarà comunque la ripresa del confronto con la società pubblica Dri d’Italia, incaricata di predisporre l’impianto del preridotto di ferro che dovrà alimentare i forni elettrici. Come ha detto qualche giorno fa in un convegno di Confapi l’ad di Dri d’Italia, Stefano Cao, un primo confronto con i commissari di AdI c’è già stato, ma in questo momento la priorità dell’amministrazione straordinaria è finire il check sulla fabbrica, per capire in quali effettive condizioni si trova, e poi affrontare le urgenze. Per esempio, una cosa che andrà discussa a breve sarà la proroga del contratto di fitto degli impianti tra AdI in as e Ilva in as. Si pensa ad una proroga di due anni. Ma anche se sarà di 24 mesi o più, non influirà sul ritorno di Acciaierie sul mercato per la cessione ai privati. Quest’operazione avverrà indipendentemente dai tempi della proroga e i commissari vorrebbero preparare il bando di gara in estate per mettere in cantiere la vendita degli asset tra fine 2024 e inizio 2025.

Intanto, continuano ad arrivare le autorizzazioni dell’Inps alla cassa integrazione ordinaria chiesta dalle imprese dell’indotto. Ci sono lavoratori che hanno già ricevuto l’avviso che la prima erogazione (che comprenderà lo spezzone di gennaio e tutto febbraio) avverrà il 2 aprile. Oggi, infine, si rinnova la cassa per una sessantina di addetti della Peyrani spa, che attingerà al bacino della cassa per le aree di crisi industriale complessa tra cui c’è Taranto. Da tempo Pyrani spa, dicono fonti sindacali, non riesce a prendere lavoro nell’ex Ilva. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA