Siti web che contengono immagini di sfruttamento sessuale di minori, pedopornografia, sextortion e adescamenti on line: il web rende sempre più ampia la gamma di strumenti a disposizione dei malintenzionati per raggiungere i ragazzi e farli cadere nella rete della pedofilia. Ultimo tra tutti l’Intelligenza artificiale, che introduce minacce inedite: L’IA consente agli adescatori di creare “avatar” del tutto simili a ragazzini o ragazzine di bell’aspetto, con cui si possono avviare videochat, e grazie ai quali è possibile carpire la simpatia e la fiducia della vittima. Oppure può simulare il linguaggio dei teenager, per convincere l’interlocutore di una chat di stare davvero parlando con un coetaneo, mentre dall’altra parte dello schermo si cela un pedofilo.
Di pari passo con i metodi di adescamento, per fortuna, si evolvono anche le tecniche investigative. E in occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, che ricorre oggi (5 maggio), la Polizia Postale - in prima linea per far sì che il web rimanga uno spazio sicuro anche per i più piccoli - fa il punto della propria attività.
I numeri
Su scala nazionale, nel 2023, sono stati 2.739 i siti internet inseriti in black list perché contenevano immagini inappropriate; 1.131 le persone denunciate per reati di pedopornografia e 137 i casi di ricatti a sfondo sessuale, la cosiddetta sextortion.
«Il web può essere un Paese delle Meraviglie, in considerazione delle possibilità che offre, in termini di contenuti fruibili, agli utenti di tutte le età, ma al suo interno - spiega Ivano Gabrielli, direttore della Polizia postale e delle Comunicazioni - si nascondono anche coloro che sfruttano l’innocente curiosità dei più piccoli per scopi illeciti. Conoscere questi pericoli ci consente di prevenire e contrastare le nuove forme di sfruttamento sessuale dei minori online, impedendo la commissione di nuovi reati».
I pericoli
Fari puntati sugli adescatori, che si intrufolano nei luoghi virtuali preferiti dai ragazzi: sui social network e ancor di più nei videogiochi dotati di chat per permettere ai giocatori di comunicare anche se si trovano in due continenti diversi. Dai più timidi ai più spigliati, molti ragazzi peccano di ingenuità e si lasciano tentare dalle false promesse che possono essere piccoli regali, come la skin del videogioco preferito, oppure un provino per una serie televisiva. Tra i 15 e i 17 anni, è molto più facile cadere vittime della sextortion: si viene conviti da quella che all’apparenza è una ragazza avvenente a inviare foto o video sessualmente espliciti e poi si viene costretti a pagare per evitare la diffusione di quel materiale compromettente. E anche quando lo scambio di foto e video è stato consensuale, ad esempio tra fidanzati, il pericolo è che a relazione finita quel materiale venga diffuso: in questo caso si parla di revenge porn. I casi più estremi riguardano lo sfruttamento sessuale di minori “on demand”, con la possibilità di dirigere in diretta, via webcam, le violenze commesse sui minori dietro il pagamento di somme irrisorie.
L’arma contro la spregiudicatezza di queste persone senza scrupoli resta una sola: la prevenzione. La Polizia Postale è al lavoro anche sul fronte della formazione dei docenti, dei genitori e dei ragazzi, per fornire soprattutto a questi ultimi gli strumenti e le armi per non cadere nella rete oppure per difendersi da soli. Per gli adulti, questo comporta lo sforzo di tenersi sempre aggiornati sulle nuove tecnologie per poter monitorare i ragazzi. Da parte loro, i ragazzi, potrebbero essere al riparo da gran parte dei pericoli se tenessero a mente la norma di comportarsi sul web proprio come si comporterebbero nella vita reale.
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