I lucchetti di Ponte Milvio dove sono finiti? Ecco il magazzino dove sono custoditi: ma potrebbero tornare (sotto altre forme)

I simboli di migliaia di coppie di fidanzati sono conservati in un magazzino a Cesano

Cesano, nel museo dei lucchetti dove riposano gli amori. Il Municipio XV: si può usare il metallo per sculture a Ponte Milvio
Cesano, nel museo dei lucchetti dove riposano gli amori. Il Municipio XV: si può usare il metallo per sculture a Ponte Milvio
di Luisa Urbani
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Mercoledì 24 Aprile 2024, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 06:32

Da “Tre metri sopra il cielo” a tre metri sotto la ruggine. Complice il romanzo di Federico Moccia e la successiva trasposizione cinematografica, “i lucchetti dell'amore” sono stati per anni il simbolo delle coppie di fidanzati che per “sigillare” la loro storia hanno appeso i lucchetti ai pali dei lampioni di Ponte Milvio, rendendolo uno dei luoghi più romantici di sempre. Moda che però negli anni si è diffusa eccessivamente fino a costringere l'amministrazione comunale a disporre la rimozione, nel settembre del 2012, delle centinaia e centinaia di lucchetti abbandonati sui pali. Non solo per una questione di decoro, ma anche di sicurezza. I sigilli erano così tanti che portarono al cedimento di un lampione. Ed è così che tutte le promesse di amore eterno sono finite in un magazzino a 30 chilometri da Roma, nel Comune di Cesano. A distanza di 12 anni dalla loro rimozione, i lucchetti affissi a Ponte Milvio sono stati trasferiti lì. E continuano a essere custoditi in quel ripostiglio al civico 838 di via stazione di Cesano, tra la ruggine e la polvere.

IL MAGAZZINO

«Io e te, insieme per sempre», «Lucia + Marco 15/03/2010».

Sono solo alcune delle tante scritte o incisioni fatte dagli innamorati sui lucchetti. Iniziali, date di fidanzamento, di matrimonio e dichiarazioni di ogni tipo, molte delle quali ormai sono sbiadite o addirittura cancellate per sempre. «Sono oltre mille i lucchetti custoditi qui, oltre cinquecento chili di materiale proveniente solo da Ponte Milvio e rimosso dal 2012 al 2017 circa», racconta il vicepresidente del Municipio, Alessandro Cozza, mentre apre la porta del' “magazzino dell'amore”. Un piccolo spazio dove giacciono da anni le tante promesse, «in attesa di una nuova destinazione», auspica Cozza.

UNA NUOVA VITA

L’idea del Municipio, infatti, è quella di ridare vita a quei sigilli, facendoli rinascere sotto una nuova veste e restituirli alla città. Tante le idee proposte da Cozza, nella speranza che possano realizzarsi presto.

«Quello che si può fare adesso è valutare la possibilità di un riutilizzo dei lucchetti in forma artistica. Sarebbe bello lanciare un concorso di idee, in accordo con la Sovrintendenza Capitolina e coinvolgendo gli artisti, per realizzare delle opere d’arte o fondendo il materiale o unendo insieme i lucchetti. Sculture moderne che potrebbero essere installate agli ingressi di Ponte Milvio». Un progetto, secondo il vicepresidente, per «riportare i lucchetti nel luogo dove sono nati, rispettando il decoro urbano e in totale sicurezza, dato che furono tolti proprio a causa dei lampioni che rischiavano di cadere per colpa del peso dei sigilli», conclude Cozza invitando chiunque abbia idee a farsi avanti.

IL RITORNO

E mentre gli storici sigilli di Moccia attendono di essere trasformati, nuovi lucchetti tornano a invadere Roma. Quella che infatti sembrava una storia ormai archiviata, pian piano, è ripartita e da Ponte Milvio si è diffusa ovunque. Nuove promesse sigillate da nuove generazioni a Fontana di Trevi e nelle vie limitrofe, come anche al Colosseo e all’Isola Tiberina solo per citare alcune zone. Un ritorno di una moda che preoccupa l’amministrazione perché il problema non è solo la rimozione, ma anche la gestione dello smaltimento di tonnellate di metallo. Un fenomeno che si sta cercando di limitare intensificando i controlli da parte della polizia locale nelle zone “più a rischio” dove periodicamente vengono rimossi i sigilli dell’amore.

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