25 aprile, Nordio: «Festeggiamo la Liberazione, ma il codice penale è ancora fascista»

Il premier domani all'altare della Patria con Mattarella, Scurati in corteo a Milano. E Salvini presenta il nuovo libro

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante il question time alla Camera dei Deputati, Roma, 17 aprile 2024. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante il question time alla Camera dei Deputati, Roma, 17 aprile 2024. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
di Francesco Malfetano
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Mercoledì 24 Aprile 2024, 00:32

Nei riverberi della lunga polemica in cui si sta trasformando (anche) quest’anno l’approdo alla festa della Liberazione, si è inserito ieri pure il Guardasigilli Carlo Nordio, rispolverando una vecchia contraddizione della giustizia italiana. «Tra qualche giorno si celebrerà la festa della Liberazione, ispirata all'antifascismo - ha detto il ministro al convegno “Senza dignità” organizzato dall’università Roma Tre - ma dobbiamo ricordare che abbiamo ancora come nostro codice penale quello firmato da Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini, un codice “fascista” sia pure scritto molto bene, che tra l'altro gode di buona salute. Mentre il codice intitolato all'eroe della Resistenza Vassalli è stato demolito».

Il nervo in realtà è scoperto da molto tempo, oltre ad essere particolarmente caro all’ex magistrato Nordio.

Al punto da aver istituito a maggio dello scorso anno una “Commissione per la riforma del processo penale” presso il ministero. L’obiettivo è rinvigorire un sistema del processo accusatorio (introdotto nel 1988) mai veramente decollato, favorendo un’efficienza qualitativa della giustizia penale. Tradotto: anche nelle more del Pnrr, bisogna riassegnare razionalità e metodo alla struttura sottesa al codice Vassalli, intervenendo su quelle che Nordio ha definito a più riprese «le tre gambe» del processo accusatorio, «accusa, difesa e giudice». La mai nascosta ambizione politica, è quindi quella di realizzare un nuovo codice di procedura penale moderno e liberale.

IL CASO SCURATI
Un’ambizione “alta” che probabilmente a poco a che fare con il caso del momento. E cioè con la mancata partecipazione dello scrittore Antonio Scurati ad una trasmissione su Rai3. Un caso approdato ieri nel cda Rai, con i consiglieri Francesca Bria e Davide Di Pietro, che hanno chiesto all'ad, Roberto Sergio, chiarimenti sulla gestione della vicenda da parte della direzione Approfondimenti e sui criteri con cui la Rai decide le presenze a titolo gratuito e quelle invece a pagamento. Domande a cui Sergio ha risposto ricordando l’apertura di un'istruttoria per accertare lo svolgimento dei fatti e che alcune relazioni sono già arrivate (per cui a breve arriveranno delle decisioni). Vertice da cui però, intanto FdI, con il responsabile organizzazione Giovanni Donzelli, si è tirato fuori. «Troppe volte abbiamo visto i partiti di sinistra, e il Pd, che volevano decidere per la Rai. Non è questo l'obiettivo di Fdi che ha i suoi rappresentanti in Vigilanza che portano avanti gli interessi del Parlamento, e poi ci sono i dirigenti Rai. Funziona così in democrazia».

In attesa di capire come andrà a finire a tenere banco sono gli impegni pubblici dei politici per domani. Di Giorgia Meloni si sa solo che parteciperà alla tradizionale cerimonia all’altare della Patria insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Attesissime però le sue parole che, chi la conosce molto bene, giura arriveranno in un video «arguto» postato sui social, destinato «al Paese reale che ha appena premiato il centrodestra in Basilicata» e «non a chi la costringerebbe ogni giorno a ripetere di non essere fascista». Si vedrà. Intanto ad attrarre l’attenzione dell’opposizione è stata la scelta del vicepremier Matteo Salvini di presentare a Milano il suo nuovo libro “Controvento” proprio domani. Quello nelle cui anticipazioni ha già attaccato Mario Draghi e, a cui secondo le indiscrezioni, dovrebbe affiancare l’annuncio della candidatura alle Europee del generale Roberto Vannacci. «Ha uno scarso senso delle istituzioni» ha detto la candidata dem alle Europee Cecilia Strada. «Poteva evitarlo» le ha fatto eco il sindaco di Milano Beppe Sala. Proprio al corteo organizzato nella città lombarda per la festa della Liberazione dal fascismo si recherà del resto domani Scurati che, ieri, è tornato a parlare del clamore nato attorno al suo caso. «Ma io non sono l'eroe di niente e nessuno, né tanto meno un profeta» ha detto.

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