FdI, il debutto da big di Arianna Meloni: «Ma non mi candiderò»

A Viterbo in scena il primo comizio della dirigente FdI: «Troppa attenzione»

Carlo Nordio padiglione Santa Sede Biennale Venezia
Carlo Nordio padiglione Santa Sede Biennale Venezia
di Mario Ajello
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Sabato 20 Aprile 2024, 06:25

Esce dalla sala gridando: «Non mi candido!». E questa è una notizia. Va via dal comizio viterbese, Arianna Meloni, più rilassata rispetto a come era arrivata: «Ho superato l’esame, no?». I Fratelli d’Italia (e d’Etruria) hanno accolto in massa la sorella di Giorgia che è la leader, in condominio familiare, del partito di maggioranza. Tutti la aspettavano a quello che è il suo primo comizio da star («Io veramente sono solo un soldato, e non un generale», si minimizza lei) e Arianna giunge all’hotel delle Terme dei papi quando ancora i bagnanti si aggirano in accappatoio.

FdI, a Viterbo primo comizio di Arianna Meloni: sono qui da militante

«Oddio, se sapevo che veniva la Meloni m’acchittavo meglio», dice una signora in ciabatte e poi: «Ah, è Arianna e non Giorgia? Va bene lo stesso, sono due grandissime». Scende Arianna dalla sua 500 bianca, la stessa con cui Giorgia entrò al Quirinale quando Mattarella le diede l’incarico da premier. S’infila in una stanza dell’albergo per qualche minuto e poi dribblando i giornalisti si fa uscire qualche sillaba: «Emozionata? Beh, diciamo che mi sento un po’ troppo al centro dell’attenzione. Mi sembra una esagerazione tutto questo clamore intorno a me. Faccio comizi da sempre, specie in campagna elettorale». Nella borsa ha il discorso scritto del suo comizio. Lo estrae, inforca gli occhiali e si parte. Se ci fosse soltanto l’audio, e lei non fosse sul palchetto con il suo blazer e i pantaloni bianchi, gli orecchini pendenti e una catenina a cui è attaccata una croce vistosa, sembrerebbe che a parlare sia Giorgia, stessa eloquenza anche se i toni sono meno sferzanti di quelli del capo del governo e il ritmo meno incalzante.

Ma melonismo puro. Parla delle riforme fatte Arianna, della strategia per l’Europa che «va cambiata in favore dei popoli e delle nazioni», delle origini dell’impegno politico alla Garbatella, di «Fratelli d’Italia arrivata al governo dell’Italia e…» (e le cade il microfono dalle mani e chiede: «C’è un compagno che lo raccoglie?»), traccia bilanci e programmi per il futuro e sembra di vivere ascoltandola in una realtà sdoppiata: ma è Arianna o è Giorgia? Chi è la controfigura di chi tra queste due donne innamorate della politica?

 

LA CAMPAGNA ELETTORALE
Dice: in Europa «non mi candido», ma parla come se fosse capolista. È un «soldato» ma guida la campagna elettorale di Giorgia, anticipandone format e contenuti che - in uno schema Meloni più Meloni - la vedranno da qui al 9 giugno insieme alla sorella per raddoppiare la forza del messaggio. «Credo si possa fare politica anche dietro le quinte», premette ma dietro le quinte Arianna non ci sta più e la si può capire. Perché il passo da super-dirigente politico non le manca, anche se insiste nel dire: «Non sono qui per sostituire il presidente del consiglio che ha l’onore di fare la grande statista». Le regalano i mazzi di fiori, si spellano le mani per lei, l’albergo ha pure confezionato un regalino di prodotti cosmetici per Arianna. Non è Giorgia ma è come se lo fosse, in maniera più light perché ognuno ha il proprio stile. E in questo caso sono quasi sovrapponibili, almeno nel saluto finale ai 300 presenti (compresa una quarantina di giornalisti e fotografi): «Buona campagna elettorale a tutti e ci incontriamo nella mischia!». Come Giorgia, anche lei mescola global e local ovvero gli scenari per cui «se continuiamo con il green deal la Cina ci mangerà» e le elezioni comunali in 26 comuni del viterbese.

Ah, Viterbo, provincia melonianissima non solo perché alle politiche FdI ha preso il 40,1 per cento ma anche perché molti indigeni in attesa della Sorella maggiore (lei 48 anni e l’altra 47) parlano di Giorgia così: «Ti ricordi il congresso nazionale di Azione Giovani qui da noi?». Ma certo, come dimenticarlo? Nel 2004 l’allora “gabbianella” Giorgia vinse contro Carlo Fidanza il congresso per la presidenza di Azione giovani. Nel video di quei giorni si vede la 27enne Giorgia che conclude il suo intervento citando la canzone Cirano di Francesco Guccini: «Le verità cercate per terra, da maiali/ tenetevi le ghiande/ lasciatemi le ali». C’era in sala Lollobrigida, allora, oggi tutti lo cercano nell’hotel delle Terme («Ma Lollo dov’è? Non c’è») e Arianna con un sorriso: «Io ballo da sola».

IL COMIZIO
La sua filosofia da comizio e questa: «Non c’è bisogno di volare alto, basta parlare dei problemi che interessano alla gente». Lei lo sa fare. Come ci si aspetta da una politica esperta, che è responsabile della segreteria del partito e sta diventando a sua volta icona del melonismo pop ma senza esagerare. Se Giorgia sopra il palco e soprattutto sotto sorride sempre meno ed è in continua modalità combat, Arianna mantiene sorriso e dolcezza ma non è affatto una mammoletta. Esempio: «Quando la sinistra accompagnava i carri armati sovietici a Budapest e a Praga, noi difendevamo la libertà dei cittadini europei». Le due sorelle si sono sentite ieri: «Come è andata a te a Potenza nel comizio con Salvini e Tajani?», «Bene. E a te a Viterbo?». «Bene». Fanno coppia pure a distanza le Meloni. E quel che dice Giorgia dice Arianna e viceversa. La Sorella maggiore: «Noi non siamo fan del super Stato europeo. Non vogliamo un Leviatano che decide anche il perimetro delle vongole». E a proposito di acqua. Quando Arianna va via, nella piscina termale sono rimasti in pochi. Non ha fatto in tempo a fare un tuffetto, deve correre a Tarquinia per un altro comizio (lì si vota per il sindaco) ma intanto, al contatto con i militanti viterbesi, ha fatto «un bagno rigenerante».

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